PONTONI FALCONSTAR, UN VIAGGIO STRAORDINARIO CHE SI FERMA IN SEMIFINALE. APPLAUSI PER TUTTI, TIFOSI COMPRESI.

Ciò che conta è il viaggio, non la meta, e la frase del poeta Thomas Eliot è tanto più vera per il viaggio della Pontoni Falconstar che in termini di traguardo sportivo si è fermato al PalaCrisafulli in gara3 di semifinale ma che si lascia alle spalle tantissimi momenti da ricordare, compreso l’ultimo, nonostante il risultato, per l’amore dei tifosi biancorossi che si sono riversati in massa a Pordenone. I tifosi hanno sognato per 2 quarti poi si è capito che la gara prendeva la direzione del Sistema nonostante il sussulto dell’ultimo quarto fino al -1. “C’è tanto rammarico pensando al fatto che senza alcuni episodi come l’esclusione di Valsugana che ci ha tolto 4 punti avremmo potuto ospitare noi una gara3 e sarebbe stata tutta un’altra cosa con il fattore-campo a favore – è il commento di coach Beretta – i momenti chiave sono stati il primo quarto, nel quale dovevamo approfittare dell’inerzia ed allungare più decisamente, e gli ultimi minuti, dove non siamo riusciti a concretizzare alcuni tiri da dentro area, ma Bozzetto con gli aiuti difensivi e la sua presenza fisica ha fatto la differenza. Se da una parte resta la sensazione che arrivare in finale era fattibile, e quindi un po’ di amarezza, dall’altra dobbiamo riconoscere che passare al PalaCrisafulli, con il suo tifo da serie A2, era difficilissimo”. La stagione resta comunque da applausi. “Sono stati 9 mesi vissuti alla grande, dietro ai risultati c’è tutto un percorso di lavoro dietro – conclude il tecnico – non posso che fare i complimenti a tutti i miei giocatori, al ds Tessarolo che ha costruito una squadra e uno staff eccezionale, al gm Cerigioni sempre molto vicino alla squadra, a tutti gli altri dirigenti, il presidente Palermo, Zuccolotto, Cattozzi, Bassi e tutti i componenti del consiglio direttivo, lo staff medico, Jack Carcich, il mio assistente Jogan, la mia vecchia conoscenza Caio Ardessi con il quale dopo tanti anni siamo tornati a lavorare insieme”. E noi aggiungiamo coach Beretta, che non può autocitarsi, la miglior scelta che si poteva fare per la panchina.